Da promessa del food tech alla cessione forzata: il caso Meati

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Meati, startup del Colorado specializzata in alternative vegetali alla carne, ha annunciato la cessione della propria attività per 4 milioni di dollari, nonostante in passato abbia raccolto quasi 450 milioni in finanziamenti. La notizia è emersa da documenti depositati presso il tribunale della contea di Adams e riportati da BusinessDen.

Il CEO Phil Graves ha affidato gli asset dell’azienda all’avvocato Aaron Garber, che ha chiesto al tribunale di autorizzare il subentro del nuovo acquirente, Meati Holdings Inc., prima della chiusura formale dell’accordo. Secondo Garber, la vendita dell’intera società sarebbe la soluzione meno dannosa per i creditori.

Nel 2024 Meati aveva annunciato un aumento di capitale di 100 milioni di dollari e un’espansione in 2.000 nuovi punti vendita. Tuttavia, a marzo l’azienda ha subito un duro colpo: un creditore ha sequestrato senza preavviso circa due terzi della liquidità aziendale, nonostante precedenti rassicurazioni. In un’email del 7 marzo, Graves ha avvertito i dipendenti della possibile chiusura e del licenziamento di tutti i 150 dipendenti entro il 6 maggio 2025. I licenziamenti sono stati poi confermati. Meati produce alternative alla carne a base di micelio, come cotolette e burger vegetali, distribuite in circa 7.000 negozi negli Stati Uniti, tra cui Whole Foods e King Soopers. Al momento della richiesta al tribunale, la società dichiarava 158 milioni in asset.

Caso Meati

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