Dalle crostatine ai waffle, come cambia il comparto delle merendine che vale 1,4 miliardi di euro

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Il comparto delle merendine confezionate si conferma un pilastro dell’industria dolciaria italiana, con un valore di quasi 1,4 miliardi di euro nel 2024 e 192 milioni di kg venduti, secondo i dati NielsenIQ. Amate da quasi l’80% degli italiani, che le consumano in media due volte a settimana, le merendine uniscono praticità, gusto e porzioni controllate da 35 grammi, per un apporto calorico compreso tra 110 e 190 kcal. Alla base del successo, una continua capacità di innovazione: ogni anno si lanciano 8-10 nuove referenze, accanto a prodotti storici come crostatine e ciambelle.

Accanto alle merendine “classiche”, emergono nuove tipologie ispirate a dolci internazionali reinterpretati secondo lo stile italiano: waffle, muffin, pancake, plumcake e pan brioche. L’evoluzione non è solo nel gusto, ma anche nel profilo nutrizionale: negli ultimi 15 anni, grassi saturi, zuccheri e calorie sono stati ridotti rispettivamente del 20%, 30% e 21%. La merendina diventa così simbolo di un equilibrio tra tradizione e modernità, capace di adattarsi ai cambiamenti delle abitudini alimentari senza rinunciare al piacere.

Questo prodotto tipico del made in Italy, unico al mondo per formato e diffusione, rappresenta la versione industriale e accessibile dei dolci fatti in casa. Le nuove proposte ispirate a tradizioni straniere si affiancano a ricette consolidate, raccontando una geografia del gusto in continua evoluzione. Dietro il suo successo c’è anche l’abilità dell’industria dolciaria italiana nel coniugare innovazione, qualità e attenzione nutrizionale. Un caso virtuoso che continua a conquistare intere generazioni.

Come cambia il comparto delle merendine

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