In occasione del ventesimo anniversario, l’Istituto Grandi Marchi (IGM) ha presentato i risultati di uno studio realizzato da Nomisma Wine Monitor, che evidenzia una crescita impressionante delle 18 aziende associate, con un fatturato aggregato di 660 milioni di euro, di cui oltre il 55% proveniente dall’export. Il 70% delle vendite estere deriva da mercati al di fuori dell’Unione Europea, con una crescita eccezionale nei mercati asiatici, dove gli acquisti sono aumentati del 130% negli ultimi vent’anni. Gli Stati Uniti, nonostante un contesto economico difficile, continuano a essere il principale mercato di destinazione, registrando un aumento delle importazioni di vini italiani nel 2024.
Lo studio ha anche esplorato i comportamenti dei consumatori di fine wines negli Stati Uniti, rivelando che il 30% degli intervistati si definisce “real user” di fine wines, con una forte predilezione per i vini italiani. Nel 2024, il 27% degli americani associa i fine wines italiani a valori di classe ed eleganza, in crescita rispetto al 20% del 2017. Il 76% dei non consumatori di vini italiani si dichiara interessato a provarli, offrendo ampie opportunità di espansione.
Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor, ha sottolineato che il 44% dei consumatori statunitensi prevede di aumentare l’acquisto di fine wines italiani nei prossimi tre anni, evidenziando le potenzialità di crescita del mercato. L’importanza del family business e dell’eredità culturale è un fattore cruciale, specialmente per i millennials, che apprezzano la qualità e l’autenticità dei prodotti italiani.