Il Congresso USA punta a ridurre i costi delle commissioni sulle carte di credito per alleviare l’inflazione

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Il Senato statunitense si appresta a votare una proposta legislativa che potrebbe alleggerire l’impatto dell’inflazione sui consumatori: l’adozione del Credit Card Competition Act (CCCA) all’interno di una legge sulle criptovalute. A sostenerlo è la National Retail Federation (NRF), secondo cui il provvedimento limiterebbe le “swipe fees”, le commissioni sulle transazioni imposte da circuiti come Visa e Mastercard.

Secondo Stephanie Martz, dirigente della NRF, “queste commissioni continuano a crescere senza controllo e gravano sia sui commercianti sia sulle famiglie”. Solo nel 2024, le commissioni hanno toccato i 187,2 miliardi di dollari, con un impatto stimato di 1.200 dollari l’anno sul bilancio di una famiglia media.

L’emendamento, inserito nel GENIUS Act – che mira a regolamentare le stablecoin – obbligherebbe le grandi banche (con almeno 100 miliardi di dollari in attivi) a offrire almeno due circuiti di pagamento indipendenti per ogni carta emessa. I commercianti potrebbero così scegliere il circuito più conveniente, promuovendo una sana concorrenza.

Il risparmio previsto? Circa 17 miliardi di dollari l’anno. I piccoli istituti e le unioni di credito locali non sarebbero coinvolti e i programmi di premi sulle carte non subirebbero variazioni. La NRF, voce storica del settore retail, sostiene da oltre vent’anni una riforma delle commissioni bancarie e accoglie con favore questa nuova opportunità per riequilibrare il mercato delle carte di credito.

USA punta a ridurre i costi delle commissioni sulle carte di credito

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