Inflazione al 3,5% nel Regno Unito: i rivenditori lanciano l’allarme sui costi

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Nel mese di aprile, l’inflazione nel Regno Unito è tornata a salire, con un tasso generale del 3,5% e un’inflazione alimentare al 3,4%. A lanciare l’allarme è Kris Hamer, direttore del settore analisi del British Retail Consortium, che punta il dito contro l’aumento del Salario Minimo Nazionale, i costi previdenziali per i datori di lavoro e l’incremento delle tariffe di energia, acqua e internet. Questi fattori, afferma, hanno inevitabilmente portato a un rialzo dei prezzi al consumo.

I maggiori costi del lavoro hanno avuto un impatto diretto sull’aumento dei prezzi alimentari, anche se si registrano segnali positivi: i prezzi di latte, uova e formaggi sono scesi rispetto al mese precedente, così come quelli di mobili e abbigliamento, grazie a sconti e promozioni stagionali.

Hamer sottolinea che da mesi i rivenditori avvertono del rischio aumenti e invita il governo ad agire, riducendo i costi per le imprese e alleggerendo gli oneri normativi. Chiede infine che la nuova legge sui diritti del lavoro colpisca i datori di lavoro scorretti senza penalizzare chi opera in modo responsabile.

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