Kimberly-Clark apre il 2025 con risultati in calo rispetto allo scorso anno, penalizzata da fattori valutari, dismissioni strategiche e un contesto geopolitico sempre più incerto. L’azienda statunitense ha chiuso il primo trimestre con ricavi per 4,8 miliardi di dollari, in flessione del 6% su base annua, mentre l’utile netto è sceso del 12,4%, attestandosi a 567 milioni di dollari.
Tra i principali elementi che hanno inciso negativamente sui conti figura la chiusura del business dei pannolini a marchio privato negli Stati Uniti e la cessione dell’attività PPE. Inoltre, la forte volatilità dei cambi e i potenziali impatti dei dazi doganali legati a tensioni geopolitiche globali – tra cui le guerre in Ucraina e Medio Oriente – hanno portato l’azienda a rivedere al ribasso le previsioni per l’anno in corso.
Il CEO Mike Hsu ha comunque evidenziato la solidità della domanda e la forza dell’innovazione, affermando che “la crescita organica resta superiore a quella media dei mercati in cui operiamo”. Tuttavia, il margine operativo rettificato è sceso del 6% rispetto al 2024, segnale di pressioni crescenti sui costi.
L’outlook aggiornato per il 2025 prevede utili per azione stabili o leggermente positivi a cambi costanti, ma con un impatto negativo atteso fino a 3 punti percentuali da parte della svalutazione delle valute estere e dei costi post-dazi e sanzioni.
Nonostante le sfide, Kimberly-Clark ha continuato a investire in innovazione e nella propria rete distributiva, restituendo 466 milioni di dollari agli azionisti tra dividendi e buyback. La strategia “Powering Care” resta al centro del piano industriale, ma con una crescente attenzione alla resilienza dei costi e della catena di approvvigionamento.