L’anno nero del pomodoro nel Nord Italia tra anomalie climatiche e basse rese

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La campagna 2024 del pomodoro da industria nel Nord Italia si è conclusa l’8 novembre, dopo 113 giorni di lavorazione. La raccolta è stata caratterizzata da frequenti interruzioni dovute alle piogge, che hanno aumentato i costi industriali. Le linee produttive hanno lavorato sotto capacità per la scarsità di prodotto, mentre il prezzo della materia prima si è attestato a 135-140 euro per tonnellata.

Le rese in campo sono state le più basse mai registrate dall’OI Pomodoro Nord Italia: 57,8 tonnellate per ettaro rispetto alla media quinquennale di 74,3 t/ha. La produzione integrata ha raggiunto 58,6 t/ha, contro una media di 75,9 t/ha, e la produzione biologica 50,3 t/ha, rispetto a una media di 60,2 t/ha. Su una superficie di 41.618 ettari, di cui 4.035 dedicati al biologico, sono state prodotte solo 2,4 milioni di tonnellate di pomodoro, il minimo storico per il bacino Nord.

Le difficoltà derivano dal clima anomalo del 2024, con piogge abbondanti a maggio e in autunno, che hanno ritardato trapianti e raccolta. Le piogge hanno causato problemi fitosanitari, aumentando i costi per i produttori agricoli. Nonostante il prezzo contrattato, molti hanno registrato perdite economiche a causa delle basse rese e dell’alto impiego di mezzi tecnici.

Il presidente dell’OI Pomodoro Nord Italia, Tiberio Rabboni, ha definito il 2024 un anno negativo per le produzioni del settore. Ha chiesto al Ministero e alle Regioni provvidenze compensative per sostenere le imprese agricole e industriali danneggiate.

Una ricognizione dell’OI Nord Italia ha rilevato circa 850 ettari di pomodoro non raccolto e campi colpiti da alluvioni in diverse aree del bacino. La filiera attende ora risposte dalle istituzioni per ottenere supporto economico, essenziale per pianificare la campagna 2025.

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