L’inflazione svela la soglia limite per prezzo delle merendine. Il caso dei “trancini”

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Le merendine esprimono un fatturato che si avvicina, secondo i dati di NIQ, vicino ad 1,5 miliardi di euro di vendite nei diversi canali di vendita della GDO. Un fatturato così rilevante è il frutto dell’espressione di un assortimento piuttosto vasto. Ed in effetti, i segmenti della categoria sono diversi, frutto dello sviluppo dell’offerta operato negli anni dai grandi brand industriali.

Ma se è vero che siamo di fronte ad una categoria ampia, non si può dire che sia altrettanto profonda. Il dato più significativo, nell’analisi dei rispettivi segmenti di vendita, è che il fatturato si concentra in prevalenza in due segmenti di vendita.

Quasi il 60% delle vendite è, infatti, determinato dai trancini (29,9%) e dai croissants (28,6%). Tutto il resto – plum cake, tortine, altre brioche, sfoglie, panini al latte, crostatine, pancakes – ha valori attorno o sotto il 10%. Quindi, si tratta di un mercato con molta ampiezza, ma la profondità si esprime soprattutto in pochi segmenti.

In questo articolo entreremo nel merito delle vendite delle merendine nei diversi segmenti di vendita, verificando gli andamenti dei ricavi, dei volumi (sia in Kg che in pezzi venduti), valuteremo l’impatto inflattivo dell’ultimo anno mobile in analisi ed infine l’influenza della pressione promozionale su tutti i segmenti.

Nei successivi articoli analizzeremo gli aspetti più specifici come le vendite nelle singole aree Nielsen, l’evoluzione nel dato Totale Italia Omnichannel, il trend dei diversi formati di vendita ed infine l’evoluzione della MDD in ogni suo aspetto.

L'inflazione svela la soglia limite per prezzo delle merendine

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