La campagna olearia 2023-2024 in Italia ha registrato segnali di ripresa, con un incremento del 20% rispetto all’anno precedente, nonostante le numerose difficoltà legate a condizioni climatiche avverse come siccità e piogge, da cui il settore non si è ancora completamente ripreso.
La campagna olearia 2024 è stata segnata da una serie di sfide, sia climatiche che economiche. La produzione ha registrato una flessione significativa, dovuta principalmente alla siccità e alle ondate di calore, ma anche a fattori ciclici e difficoltà economiche che hanno colpito l’intero settore. In particolare, la siccità che ha colpito le regioni del Sud Italia ha avuto un impatto rilevante sulla fioritura e sull’accrescimento delle olive. Le regioni meridionali, che rappresentano circa due terzi della produzione olivicola nazionale, sono state le più colpite. Le ondate di calore estive hanno ulteriormente aggravato la situazione, mentre la natura ciclica della produzione ha portato ad un’annata di scarico, con una significativa riduzione dei raccolti. La produzione nazionale per il 2024 è diminuita del 39% rispetto al 2023.
Oltre alle difficoltà climatiche, l’industria olearia ha dovuto scontrarsi anche l’aumento dei costi di produzione, riguardanti principalmente manodopera, manutenzione degli uliveti ed energia. Questo ha comportato un incremento del prezzo finale dell’olio, che potrebbe arrivare a sfiorare i 9 euro al litro. La domanda globale di olio extravergine, in continua crescita, si è scontrata con un’offerta limitata, creando uno squilibrio che ha spinto ulteriormente verso l’alto i prezzi.
Nonostante queste difficoltà, la produzione complessiva di olio extravergine in Italia nel 2024 è stata stimata tra le 220.000 e le 240.000 tonnellate, segnando un calo rispetto alla campagna precedente. Le regioni più produttive, come la Puglia, la Sicilia e la Calabria, hanno visto una notevole diminuzione dei raccolti, portando ad una produzione complessiva inferiore. Tuttavia, i prezzi dell’olio sono rimasti relativamente stabili nel mercato interno, mentre l’export italiano di olio extravergine ha registrato un incremento sia in volume (+3,5%) che in valore (+63%) nel primo semestre del 2024, superando 1,6 miliardi di euro.
Il confronto con il 2023 ha evidenziato differenze significative. I volumi di produzione sono diminuiti drasticamente, scendendo a circa 224.000 tonnellate, con un calo del 32% rispetto al 2023, quando la produzione aveva raggiunto le 359.540 tonnellate. Questo abbassamento ha fatto retrocedere l’Italia dal secondo al quinto posto tra i maggiori produttori mondiali, superata da Spagna, Turchia, Tunisia e Grecia. Le condizioni climatiche avverse hanno colpito duramente le regioni più produttive, con una fioritura ed un’allegagione ridotte. In Puglia, regione che rappresenta un terzo della produzione nazionale, il raccolto è stato praticamente dimezzato rispetto all’anno precedente. Nonostante la riduzione della produzione, i prezzi dell’olio extravergine sono aumentati di oltre il 30% rispetto al 2023, a causa di una domanda superiore all’offerta. Le giacenze di olio in Italia sono diminuite del 18,8% rispetto all’anno precedente, ma l’olio extravergine italiano ha visto un incremento delle giacenze del 7,3%, segno di una certa resilienza del mercato.
Le previsioni per la campagna 2024-2025 indicano una leggera ripresa della produzione, grazie a un miglioramento delle condizioni climatiche che potrebbe portare a una stima di circa 240.000 tonnellate in Italia. Tuttavia, la crisi persistente nelle regioni meridionali lascia poche speranze di un recupero completo.
Tirando le somme, a livello globale, si prevede che la produzione totale di olio extravergine possa raggiungere i 3,1 milioni di tonnellate, ma l’Italia continuerà a dover affrontare sfide significative a causa della persistente scarsità di produzione nelle aree più colpite. In sintesi, la campagna olearia del 2024 è stata segnata da una combinazione di condizioni climatiche difficili e problematiche economiche, che hanno ridotto la produzione e aumentato i prezzi. Le prospettive per il futuro restano comunque incerte, con la necessità di monitorare attentamente le condizioni meteorologiche e le dinamiche del mercato per l’anno prossimo.