Il colosso giapponese del retail Seven & i Holdings, noto per la catena 7-Eleven, si appresta a registrare un calo del 24% nei profitti operativi trimestrali, attestandosi a circa 94,5 miliardi di yen (pari a 639,5 milioni di dollari) per il periodo dicembre-febbraio. Un risultato nettamente inferiore rispetto ai 124,2 miliardi di yen dello stesso trimestre dell’anno precedente.
Il calo è dovuto in gran parte alle performance deludenti delle attività dei convenience store in Giappone e alla diminuzione della spesa dei consumatori in Nord America, aggravata dall’inflazione in crescita. Questo indebolimento complica la posizione di Seven & i nel respingere il tentativo di acquisizione da parte della canadese Alimentation Couche-Tard, che ha offerto circa 47 miliardi di dollari.
Dopo il fallimento, a febbraio, di un tentativo di management buyout guidato dalla famiglia fondatrice, l’azienda ha intrapreso un piano di rilancio: cessione delle attività non strategiche, nomina di Stephen Dacus come nuovo CEO e un programma di buyback azionario da 2 miliardi di dollari.
Inoltre, è prevista per il 2026 la quotazione in Borsa della filiale nordamericana. Tuttavia, il titolo resta sotto i 2.250 yen, ben lontano dall’offerta di Couche-Tard (2.700 yen), segno dello scetticismo degli investitori. Intanto, Seven & i e Couche-Tard stanno collaborando per trovare acquirenti per circa 2.000 negozi negli Stati Uniti, mossa necessaria per superare le resistenze dell’antitrust americana. L’esito di queste trattative sarà cruciale per il futuro del gruppo.