Vino, formaggi e salumi spingono l’export agroalimentare: Toscana e Lombardia trainano la crescita

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Nel primo trimestre del 2025, le esportazioni alimentari italiane mostrano un quadro complesso, con dinamiche regionali differenziate e risultati altalenanti. Sebbene il dato complessivo nazionale segni un incremento in valore del +3,2% rispetto allo stesso periodo del 2024, l’export del comparto agroalimentare riflette chiaramente le diverse traiettorie territoriali e settoriali.

Tra i contributi più rilevanti alla crescita, secondo Istata, spiccano i dati del Centro Italia, in particolare della Toscana, che grazie all’aumento delle vendite verso la Francia (+22,9%) registra una crescita dell’export del +8,2%. In questa regione, i prodotti alimentari – in particolare quelli trasformati e confezionati – si confermano tra i principali driver, con una domanda in espansione soprattutto nei mercati europei.

Ottima anche la performance del Friuli-Venezia Giulia (+26,1%), dove l’alimentare – trainato da vini e prodotti ittici trasformati – ha beneficiato di un’impennata delle esportazioni verso la Germania, che segnano un incredibile +187,4%. Il Nord-est nel complesso chiude il trimestre con un +1,6% tendenziale, supportato in parte dalla ripresa del canale Ho.Re.Ca. estero.

Al contrario, si registrano forti contrazioni nel Sud e nelle Isole. In Puglia, ad esempio, l’export cala dell’8,4%, complice la flessione delle esportazioni di conserve vegetali e olio extravergine verso il Nord America e l’Asia. Ancora più marcato il calo in Sardegna (-16,8%), dove le vendite all’estero di prodotti trasformati e lattiero-caseari risultano penalizzate dalla contrazione della domanda e dalla concorrenza estera. Sicilia in difficoltà anche per i derivati agrumari, con un contributo negativo all’export nazionale aggravato dalle minori vendite verso l’area OPEC.

Lazio e Lombardia, invece, vedono una crescita sostenuta, favorita dal comparto alimentare confezionato: per il Lazio, le esportazioni verso gli Stati Uniti segnano un boom del +126,4%, sostenuto anche da prodotti da forno e snack salutistici. La Lombardia, che pure registra un calo verso la Svizzera (-18,5%), beneficia comunque di un +13,5% verso gli USA, trainato da formaggi DOP e salumi.

A livello provinciale, spiccano Firenze e Arezzo tra i migliori performer, grazie a un mix di alimentare premium e vino, mentre Siena e Torino soffrono, penalizzate rispettivamente da un calo nel comparto enologico e nelle vendite di cioccolato e prodotti dolciari.

In sintesi, l’export agroalimentare italiano nel primo trimestre 2025 evidenzia segnali positivi in alcune aree strategiche, ma resta esposto alle tensioni internazionali, alla volatilità della domanda e alla competitività sui prezzi. Il rafforzamento della logistica e la valorizzazione delle filiere regionali potrebbero rivelarsi leve decisive per consolidare i prossimi mesi.

Export agroalimentare Toscana e Lombardia

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