L’alimentazione è un tema pubblico e politico, il settore in cui questa affermazione trova maggiore evidenza è quello delle carni e dei salumi. Che si parli di benessere animale, dell’impatto ambientale o del consumo di carne e il suo rapporto con la salute, la questione è sempre aperta e i pareri si dividono e scontrano.
Nel corso del tempo il consumo di carne, affettati e salumi non ha mai smesso di polarizzare le opinioni. Per tale ragione, è necessario analizzare la situazione prendendo in considerazione le conseguenze che le scelte di consumo hanno a livello ambientale, ma anche economico.
L’industria della carne in numeri
L’industria della carne e dei suoi derivati in Italia ha un peso che non si misura soltanto in euro, nel dare una valutazione complessiva è utile tener conto di diversi aspetti, che vanno dal piano economico a quello etico, benché misurare il secondo sia piuttosto difficile. Secondo i dati Istat nel 2023 per un campione di 100 persone, 59.6 hanno dichiarato di aver mangiato salumi almeno qualche volta a settimana; più alto (80.1) il numero di consumatori che mangiano carni bianche almeno qualche volta a settimana, sono invece 61.2 coloro che affermano di consumare diverse volte a settimana le carni bovine. La carne di maiale è quella meno scelta, la cifra è infatti di 44.8 persone su 100. Secondo un’elaborazione di dati curata da Assica (riferito al 2022) il numero di occupati nel settore della produzione di carne è 29900 e contribuisce ad un fatturato di 8,9 miliardi di euro e le esportazioni nell’anno di riferimento hanno raggiunto 2,1 miliardi di euro. Secondo i primi dati ISTAT, infine, nel periodo gennaio-settembre 2023 le spedizioni dei salumi italiani hanno toccato quota 153.336 ton per un fatturato di 1.583,1 milioni di euro registrando un +5,2% a volume e un +9,3% in valore. (Fonte: Assica)
Dunque, in che modo è possibile garantire il benessere animale?
Addentrandoci nel merito del dibattito etico, l’industria di trasformazione si sta muovendo per incontrare le esigenze del consumatore moderno, la cui scelta è guidata da driver di diversa natura, come la sostenibilità (in tutte le sue declinazioni), l’aspetto etico e, non di meno, la qualità.
Il “Good Pig Awards” ha rappresentato per Fumagalli Salumi l’inizio di un percorso che vuole raggiungere gli standard di Compassion in Food Business. Tra le pratiche che il salumificio ha messo in campo vi è l’utilizzo di materiale manipolabile come la paglia in sostituzione di grate negli spazi in cui stanno i maiali. “Inoltre – spiega Arnaldo Santi, export sales and marketing manager di Fumagalli – non vengono apportate mutilazioni, il taglio delle code, per esempio, pur non essendo permesso dall’Unione Europea è purtroppo una pratica molto comune. Nei nostri allevamenti le scrofe partoriscono in un box di 6×6 metri, questo permette loro di avere maggiore libertà durante il parto e dopo, quando solitamente la scrofa costruisce una sorta di nido per i piccoli fino allo svezzamento. La diminuzione dello stress – sottolinea Arnaldo Santi – si ripercuote in una migliore qualità della carne. La qualità non è quindi più data solamente dal prodotto, ma anche dal miglioramento del benessere alimentare e alla scelta di packaging che risultino meno impattanti.”
Un altro grande tema legato all’allevamento è l’uso di antibiotici, che spesso si trasforma in abuso e può avere gravi conseguenze. Fumagalli Salumi raccontando la sua esperienza afferma: “Ci impegniamo ogni anno a ridurre l’uso degli antibiotici in allevamento. Per ora abbiamo diminuito del 40% il loro impiego, in particolare usiamo solo quelle molecole che non sono ritenute salvavita per l’uomo dall’OMS, l’antibiotic-free non riteniamo che sia in linea con la nostra idea di benessere animale in quanto crediamo che sia giusto curare gli animali malati.” Fumagalli ha anche di recente presentato nella cornice di Cibus 2024 dieci referenze della nuova linea “Freschi di Filiera”, che risponde alla filosofia abbracciata dall’azienda.
Il tema del benessere animale è estremamente delicato e complesso, così come la sua messa in atto ma, come dimostra l’impegno di Fumagalli, non è impossibile da raggiungere.