Inflazione in calo a febbraio, ma il settore retail britannico resta sotto pressione

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L’ultima rilevazione dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) mostra un calo dell’inflazione generale al 2,8% a febbraio, mentre l’inflazione alimentare rimane stabile al 3,3%. Secondo Kris Hamer, Direttore di Insight del British Retail Consortium, il calo è stato determinato dalla riduzione dei prezzi nel settore abitativo e nei servizi domestici, oltre alla deflazione nel comparto dell’abbigliamento e delle calzature.

Nonostante il calo di alcuni prodotti caseari come latte, formaggi e uova, il settore retail continua a subire forti pressioni sui costi, in particolare a causa della volatilità dei prezzi dell’energia. Le vendite di moda hanno sofferto a causa del clima anomalo, portando a ulteriori sconti su abbigliamento e calzature.

A preoccupare il comparto è l’impatto dell’aumento dei costi previsto per aprile, che ammonterà a circa 5 miliardi di sterline. Secondo Hamer, l’inflazione alimentare potrebbe raggiungere il 5% entro la fine del 2025 a causa delle nuove misure fiscali. Inoltre, il sistema di tassazione immobiliare per le imprese è considerato obsoleto e necessita di una riforma che non imponga ulteriori costi ai negozianti.

L’indice CPIH, che include i costi delle abitazioni per i proprietari, è aumentato del 3,7% su base annua, in calo rispetto al 3,9% di gennaio. Su base mensile, sia il CPIH che il CPI hanno registrato un aumento dello 0,4%, inferiore rispetto al +0,6% del febbraio 2024. L’abbigliamento ha fornito il maggior contributo al rallentamento dell’inflazione, insieme alla riduzione dei costi nel settore abitativo e dei servizi domestici.

Inflazione in calo a febbraio

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