Nel Regno Unito, la grande distribuzione sta vivendo una fase simile a quella italiana, con una significativa crescita del settore discount, la cui quota si attesta attualmente tra il 17% e il 18%. Gli analisti prevedono che, entro dieci anni, questo valore potrà raggiungere un massimo del 25%. Va sottolineato che tale crescita sarà guidata solo dai due player tedeschi, Aldi (che per la prima volta nel 2024 registra un leggero rallentamento) e Lidl, mentre in Italia, oltre a questi, vi sono due attori locali di rilievo, ed altri più piccoli che erodono quote al mercato.
In UK, Tesco rimane il leader di mercato con una quota del 27,8%, mantenuta grazie a un programma di fidelizzazione molto apprezzato e alla forte enfasi sulla qualità dei prodotti freschi. Sainsbury’s, con una quota stabile del 15,2%, segue una strategia simile a Tesco, focalizzandosi soprattutto sui freschi, ma non riesce a crescere significativamente, incontrando le medesime difficoltà del competitor.
Asda, il terzo attore, continua ad attraversare un periodo difficile, particolarmente aggravato dalla crescita dei discount. Tuttavia, il rallentamento di questi ultimi, osservato negli ultimi 8-9 mesi, potrebbe aprire spazi per una possibile ripresa.
Aldi, quarto in classifica, ha visto una leggera flessione della sua quota di mercato, che è scesa dal 10,2% di inizio anno al 9,9% a settembre 2024. Morrisons, quinto attore, detiene una quota dell’8,5%, ma è minacciato da Lidl, che si attesta all’8% nonostante stia affrontando alcune difficoltà nel mercato britannico, che esamineremo più avanti.
Tra i retailer, il miglior performer del 2024 in termini di crescita è Ocado, specializzato nella vendita online che, grazie a un’aggressiva strategia commerciale e un’offerta peculiare, si sta avvicinando ai due punti percentuali di quota di mercato, corrispondenti a un fatturato di circa 4 miliardi di euro.
Passando ad Aldi e Lidl, entrambi hanno registrato crescite straordinarie negli ultimi anni, con il primo che ha superato il secondo in termini di espansione. Aldi è presente con oltre 1.000 punti vendita e ha annunciato l’obiettivo di aprirne 500 nuovi nei prossimi anni, con 35 aperture previste solo nel 2024. Lidl ha circa 750 negozi e aveva dichiarato l’intenzione di raggiungere quota 1.100 entro il 2025, ma è ancora lontana da questo traguardo.
Questo ritardo è attribuibile sia alla stanchezza dei consumatori verso la sua offerta, in particolare riguardo alla qualità dei prodotti freschi, sia ai frequenti affollamenti alle casse, nonostante la presenza di molte self checkouts. Lidl ha anche affrontato problemi finanziari: nel 2023 ha registrato una perdita di 76 milioni di sterline a livello di EBIT, ostacolando la sua capacità di investire in modo aggressivo e immediato.
Aldi al momento non presenta difficoltà economiche: nel 2023, ha registrato un utile di 536 milioni di sterline, con un fatturato di circa 18 miliardi di sterline (circa 21,5 miliardi di euro). Il problema è legato alla tenuta delle vendite, che hanno mostrato un leggero calo rispetto all’anno precedente. Gli analisti prevedono che la saturazione del mercato dei discount si raggiungerà con circa 3.000 punti vendita complessivi tra Aldi e Lidl, capaci di detenere il 25% del mercato britannico entro dieci anni.
L’espansione si concentrerà principalmente nel sud dell’Inghilterra, dove i discount sono meno presenti rispetto al nord. Tuttavia, le difficoltà legate ai permessi di costruzione e al costo elevato dei terreni nel sud del Paese rappresentano un ostacolo significativo. Né Aldi né Lidl sembrano intenzionati a sviluppare in modo massiccio formati di negozi di prossimità con metrature inferiori. Il primo l’ha sperimentato con pochi punti vendita ma ha deciso di non proseguire con questa strategia.