La IDM ha fallito il posizionamento prezzi: le merendine sono della MDD

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La crescita e l’affermazione della MDD all’interno di una categoria come le merendine non è mai stata semplice, perché sono sempre state presenti diverse grandi marche industriali molto note sul mercato, come Mulino Bianco di Barilla e Bauli che non ne hanno agevolato l’evoluzione.

La IDM ha sempre investito pesantemente in comunicazione e parallelamente in attività promozionali, rendendo difficile per le MDD la soluzione per un suo spazio. Tuttavia, il lavoro svolto dai grandi marchi sul consumatore finale ha permesso di dare notorietà al prodotto, non solo al marchio, portando in un terreno neutro l’offerta delle merendine nel terreno del mainstream.

In buona sostanza, il plum cake, il trancino, il croissant ha costruito una sua vita autonoma nell’immaginario del consumatore, anche a discapito del brand che lo ha accompagnato per anni sugli scaffali. Da qui l’emersione della MDD sulla fascia di prezzo entry level.

Oggi il retailer utilizza con disinvoltura la propria MDD con dei “me-too” molto fedeli anche in termini di gusto. Ci sono grandi imprese che si occupano di private label in questo segmento e sono distribuite in tutta Italia: sono molto grandi al Nord, ma anche al Sud, dove offrono prezzi competitivi.

Il mercato dei prodotti da forno dolci è quindi vario in Italia, con ottimi produttori anche nella MDD. Questa qualità nella produzione ha permesso al retailer di farsi breccia nella categoria e togliere quote di mercato ai grandi marchi. Con queste premesse andiamo ad analizzare, con il supporto dei dati di Nielsen IQ, cosa è accaduto nelle vendite in un periodo complicato come l’ultimo anno.

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