Nella distribuzione spagnola emissioni giù del 16,6% dal 2019 e investimenti green al 4,89%

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Il settore della distribuzione alimentare in Spagna continua il suo percorso verso la sostenibilità. Secondo la terza edizione degli indicatori pubblicati da ASEDAS (Asociación Española de Distribuidores, Autoservicios y Supermercados), lo spreco alimentare è sceso allo 0,45%, rispetto allo 0,6% dell’anno precedente, su oltre 15 milioni di tonnellate di prodotti distribuiti (+2 milioni rispetto al 2023).

Un risultato possibile grazie alla digitalizzazione della gestione dell’assortimento e al miglioramento della logistica, come sottolineato da María Martínez-Herrera, direttrice della sostenibilità di ASEDAS.

Il rapporto evidenzia anche progressi significativi nella gestione dei rifiuti: il 91,7% dei materiali organici e inorganici è stato valorizzato, tramite riciclo o riutilizzo per produrre energia o mangimi. Gli imballaggi domestici contengono in media il 22% di materiale riciclato, con l’obiettivo di arrivare al 25% per la plastica; quelli commerciali hanno aumentato il tasso di riutilizzo dal 55% al 64%.

Sul fronte energetico, gli investimenti in efficienza hanno rappresentato il 4,89% del totale nel 2024, tornando ai livelli pre-crisi. Diverse aziende utilizzano già elettricità interamente da fonti rinnovabili, in particolare solare.

La carbon footprint del settore si è ridotta del 16,6% rispetto al 2019, sebbene le emissioni dirette e indirette siano cresciute del 3% nell’ultimo anno per l’espansione della rete commerciale. Tuttavia, l’impatto medio per punto vendita è diminuito.

Infine, il 98% dei veicoli delle flotte logistiche è dotato di etichetta ambientale ECO o Zero, e sono stati installati oltre 4.000 punti di ricarica elettrica nei parcheggi dei supermercati. ASEDAS segnala tuttavia che persistono incertezze normative che rallentano ulteriori sviluppi.

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