La legge sul ripristino della natura preoccupa gli agricoltori. Confcooperative Fedagripesca: “L’Italia rischia di pagare un prezzo alto”

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La legge sul ripristino della natura preoccupa gli agricoltori

“Una proposta di legge lungamente osteggiata da molti governi nazionali chiude oggi il suo iter travagliato grazie ad un solo voto decisivo, quello dell’Austria. È così che i Ministri dell’Ambiente della UE hanno dato il via libera alla norma sul ripristino della natura, con una maggioranza risicata e peraltro maturata solo a poche ore dal voto. Troviamo poi sicuramente discutibile che a questo voto decisivo si sia giunti con le istituzioni comunitarie di fatto ai titoli di coda della legislatura, senza che sia stata invece considerata l’ipotesi di rimandarne la discussione, come accaduto per altri dossier,  dopo l’insediamento delle nuova governance dell’UE”. 

Così il Presidente di Confcooperative Fedagripesca Carlo Piccinini commenta il via libero definitivo oggi a Lussemburgo del Consiglio Ambiente UE alla Legge sulla natura, che obbliga i vari stati membri ad attuare piani di ripristino del 30% delle aree naturali già degradate entro il 2030.

La nuova norma comunitaria, che entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, rischia infatti, secondo il Presidente Piccinini, “di avere gravi ripercussioni sull’agricoltura italiana ed europea, nonostante sia lodevole nelle intenzioni. L’obbligo di ripristinare ampie porzioni di terreno entro scadenze rigide potrebbe mettere a dura prova la produttività agricola, in un momento in cui la sicurezza alimentare è già minacciata dalla guerra in Ucraina”. 

“Le preoccupazioni degli agricoltori, che hanno ripetutamente manifestato contro questa legge, non sono state ascoltate a sufficienza”, prosegue il Presidente Piccinini. “Il ‘freno di emergenza’ previsto per il 2033 e la possibilità di sospendere l’applicazione delle norme in caso di gravi conseguenze sulla sicurezza alimentare sembrano infatti misure insufficienti a garantire la stabilità del settore agricolo”.

L’Italia, “con la sua ricca biodiversità e la sua tradizione agricola millenaria, rischia di pagare – conclude il presidente di Confcooperative Fedagripesca – un prezzo particolarmente alto. L’imposizione di piani di ripristino rigidi potrebbe mettere a rischio la produzione di eccellenze alimentari, con gravi conseguenze economiche e sociali per le comunità rurali”.

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