Simon Roberts, amministratore delegato di Sainsbury’s, ha criticato la decisione del partito laburista di aumentare le aliquote dell’assicurazione nazionale (NI) per i datori di lavoro, senza attuare la riforma fiscale sulle imprese promessa. Roberts ha dichiarato che Sainsbury’s dovrà affrontare un incremento di 140 milioni di sterline sui contributi NI nel 2024, aggiungendosi ai numerosi costi che gravano già sui rivenditori, con il rischio di ricadute sui prezzi al consumo.
La riforma dell’NI, annunciata dalla responsabile laburista del Bilancio Rachel Reeves, aumenterà l’aliquota al 15% e ridurrà la soglia di esenzione a 5.000 sterline, provocando un incremento del 50% nelle spese NI di Sainsbury’s. Roberts ha osservato che, operando con margini bassi (circa il 3%), il settore non ha capacità di assorbire simili aumenti dei costi, prevedendo un impatto significativo sull’inflazione, in linea con le previsioni dell’Office for Budget Responsibility (OBR).
Inoltre, Roberts ha espresso disappunto per il rinvio al 2026 della riforma fiscale sulle imprese, prevista nel manifesto laburista come compensazione agli aumenti dell’NI. Ha sottolineato l’urgenza di ridurre le aliquote commerciali, che gravano pesantemente sui rivenditori con punti vendita fisici, e ha lamentato l’attuale squilibrio del sistema fiscale. Sainsbury’s, che paga circa 500 milioni di sterline l’anno in imposte commerciali e ha un debito fiscale di un miliardo di sterline, non aveva previsto un aumento delle aliquote commerciali. Roberts ha ribadito la necessità di una riforma per ridurre la pressione fiscale su circa l’80% dei negozi Sainsbury’s, con un valore imponibile superiore a 500.000 sterline.